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330 | COMENTO DEL BOCCACCI |
bano nel libro preallegato, che ella stette nascosa nel torno di cinquecento anni: e così costui, d’arte così opportuna all’umana generazione si può dire essere stato prencipe ed autore. Scrive di costui san Geronimo nelle quistioni del Genesi, che avendo una femmina partorito un bel figliuolo, il quale nè lei nè il padre somigliava, era per essere punita, siccome adultera: il che udendo Ippocrate, disse che era da riguardare, non per avventura nella camera sua fosse alcuna dipintura simile la qual trovandosi, liberò la innocente femmina dalla sospezlone avuta di lei. Egli fu piccolo di corpo, e di forma fu bello: ebbe gran capo: fu di movimento ed eziandio di parlare tardo: e fa di molta meditazione, e di piccol cibo; e quando si riposava guardava la terra. Visse novantacinque anni: Avicenna.
Avicenna, secondochè io ho inteso, fu per nazione nobilissimo uomo; anzi dicono alcuni, lui essere stato chiarissimo principe, e d’alta letteratura famoso, e massimamente in medicina. Altro non ne so: e Galeno.
Galeno fu per origine di Pergamo in Asia, laddove primieramente fu ritrovato il fare delle pelli degli animali carte da scrivere, le quali ancora servano il nome del luogo dove primieramente fatte furono, e chiamansi pergamene. Ed in medicina fu iscienziatissimo uomo secondochè appare. Costui primieramente fiorì ad Atene, e poi in Alessandria fu di grandissimo nome: e quindi venutosene a Roma, quivi fu di grandissima fama, per quello che alcuni dicono, al tempo di Antonino Pio imperadore. Altri