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318 COMENTO DEL BOCCACCI

prendeva guardia, co’ marroni uccisono, e gittarono nel fiume Ebro. Fiorì costui in maravigliosa fama, regnando appo i Troiani Laomedonte, e appo i Latini Fauno padre di Latino. Nondimeno Leone Tessalo diceva, esserne stato un altro molto più antico di costui: il quale essendo grandissimo musico, aveva trovato insieme con Museo quel modo esquisito di parlare, il quale di sopra dicemmo; avvegnachè Eusebio in libro temporum scriva, questo Museo figliuolo di Eumolpo, essere stato discepolo d’Orfeo. Tullio.

Tullio quantunque Roman fosse, nondimeno la sua origine fu d’Arpino, città non lontana da Aquino, anticamente stata di que’ popoli che si chiamarono Volsci: e discese di nobili parenti; perciocchè si legge, li suoi passati essere stati re della sua città. Questi giovanetto venne a Roma: e già in eloquenza valendo molto, avendo, l’animo gentile, sempre s’accostò a’ più nobili uomini di Roma. I suoi studii furon grandi, e in ogni spezie di filosofia: e quantunque in quegli fosse ammaestratissimo, nondimeno in eloquenza trapassò ogni altro preterito, e per quello che insino a questo dì veder si possa, si può dire e futuro. Costui compose molti e laudevoli libri. Egli ancora giovanetto compose in retorica l’arte vecchia e la nuova. Poi più maturo, compose in questa medesima facultà un libro chiamato, De Oratore, nel quale con artificioso stilo racchiuse ciò che in retorica dirsi puote. Scrisse oltre a ciò molti filosofici libri, siccome quello degli Oficii, delle Quistion Tusculane, de Natura Deorum, de Di-