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SOPRA DANTE 11

ta e alle sue fatiche, dove onorevolmente fu appo la chiesa de’ frati minori seppellito, senza aver preso alcun titolo o onore di maestrato, siccome colui che intendea di prendere la laurea nella sua città, come esso medesimo testifica nel principio del Canto xxv. del Paradiso; ma ’1 suo desiderio prevenne la morte, come detto è. I suoi costumi furono gravi e pesanti assai, e quasi laudevoli tutti; ma perciocchè già delle predette cose scrissi in sua laude un trattatello, non curo al presente di più distenderle. Le quali cose se con sana mente riguardate saranno, mi pare esser certo che assai dicevole testimonio sarà reputato e degno di fede, in qualunque materia è stata nella sua commedia da lui recitata. Ma del suo nome resta alcuna cosa da recitare, e pria del suo significato, il quale assai per sè medesimo si dimostra; perciocchè ciascuna persona, la quale con liberale animo dona di quelle cose le quali egli ha di grazia ricevute da Dio, puote essere meritamente appellato Dante. Che costui ne desse volentieri, l’effetto nol nasconde. Esso, a tutti coloro che prendere ne vorranno, ha messo davanti questo suo singulare e caro tesoro, nel quale parimente onesto diletto e salutevole utilità si trova da ciascuno, che con caritatevole ingegno cercare ne vuole. E perciocchè questo gli pare eccellentissimo dono, sì per la ragion detta, e sì perchè con molta sua fatica, con lunghe vigilie e con istudio continuo l’acquistò, non parve a lui dovere esser contento che questo nome da’suoi1 pa-

  1. Sua per suoi.