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SOPRA DANTE 279

nella sua concupiscenza trasse più nobili femmine romane, siccome Postumia di Servio Sulspizio, Lollia d’Aulo Gabbinio, Tertullia di Marco Crasso, Muzia di Gneo Pompeo; ma oltre a tutte l’altre, amò Servilia madre di Marco Bruto, la figliuola della quale chiamata Terzia, si crede che egli avesse. Usò ancora l’amicizie d’alcune altre forestiere, siccome quella della figliuola di Nicomede re di Bitinia, e Eunoe Maura, moglie di Bogade re de’ Mauri, e Cleopatra regina d’Egitto e altre. Nè furon questi suoi adulterii taciuti in parte da’ suoi militi trionfando egli, perciocchè nel trionfo gallico fu da molti cantato: Cesare si sottomise Gallia, e Nicomede Cesare; ed altri dicevano: ecco Cesare, che al presente trionfa di Gallia, e Nicomede non trionfa, che si sottomise Cesare. Ed oltre a questo, in questo medesimo trionfo fu detto da molti Romani: guardate le vostre donne, noi vi rimeniamo il calvo adultero. E nella persona di lui proprio furon gittate queste parole: tu comperasti per oro lo stupro in Gallia, e qui l’hai preso in prestanza. Costui adunque tornato in Roma, ed avendo trionfato, occupò la repubblica, e fecesi fare contro alle leggi romane dittatore perpetuo: dove secondo le leggi non si poteva più oltre che sei mesi stendere l’uficio del dittatore. Ed appartenendo all’autorità del senato il conceder l’uso della laurea, da esso ottenne di poterla portare continuo, acciocchè con quella ricoprisse la testa sua calva; la quale lungamente a suo potere avea ricoperta col tirarsi i capelli didietro, dinanzi. Ed in questa dignità perseverando, ed essendo a molti de’ senatori gravissimo,