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SOPRA DANTE 175

ser quello che far si dee? conciosiacosachè altra forma e altro maestro 1 voglia un tempio che un palagio reale, e altra forma il palagio che una casa cittadinesca. È adunque di necessità primieramente cognoscere il fine che noi pognamo alcuno nostro atto in opera. E perciò se ben guarderemo, se il desiderio del peccatore è di salvarsi, esser la grazia salvificante causativa di quelle nostre operazioni, le quali a salute ci possan producere; e di queste nostre operazioni conviene che sia dimostratrice e ordinatrice la ragione: e perocchè la ragione è la prima cosa causata dalla grazia salvificante, la quale l’autor mostra in persona di Beatrice venire a muover Virgilio. E questo scendere, non si dee intendere essere stato attuale, ma semplicemente la volontà di Dio, provocata dall’nmile orazion del peccatore a misericordia: è causativa di questo rilevamento della ragione, in quanto in essa sta il concedere la grazia salvificante. Adunque avvicinandosi alla conclusione, dico, l’autore per le riprensioni della ragione in lui ritornata, e per gli ammonimenti di lei, avere la viltà, presa da’ malvagi conforti de’ nostri nemici, posta giù, e cacciata da sè; riprende per lo sano consiglio della ragione il vigore, e la forza smarrita, e nel primo suo buon proponimento si ritorna: e ad ogui fatica per acquistar salute disposto, con la ragione insieme riprende il cammino. E questa si può dire essere interamente l’esposizione allegorica del presente canto. Nè sia alcuno Sì poco savio, che creda queste cose, quan-

  1. Maestero.