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146 COMENTO DEL BOCCACCI

uola della Terra, e sorella di . . . . . . ., e d’Anchelado, e lei la Terra commossa dall’ira degl’iddii aver partorita. Della qual si racconta una cotal favola: che conciofossecosachè per desiderio d’ottenere il regno Olimpo, fosse nata guerra tra i Titani, uomini giganti figliuoli della Terra, e Giove; si divenne in questo, che lutti i figliuoli della Terra li quali inimicavan Giove, furon dal detto Giove e dagli altri iddii occisi: per lo qual dolore, la Terra commossa e desiderosa di vendetta, conciofossecosachè a lei non fossero arme contro a così possenti nemici, acciocchè con quelle forze, le quali essa potesse, alcun male contro agl’iddii facesse, costretto il ventre suo ne mandò fuori la Fama, raccontatrice delle scellerate operazioni degl’iddii: la forma della quale Virgilio nel preallegato libro discrive, e dice:

Fama malum, quo non aliud velocius ullum etc.

seguendo che ella vive per movimento, e andando acquista forze, e nella prima tema è piccola, ma poi sè medesima lieva in alto, e quindi va su per lo suolo della terra, e il suo capo nasconde tra’ nuvoli: e che ella è in su i piè velocissima, e alie molto ratte, ed è un mostro orribile e grande: e quante penne ha nel corpo suo, tanti occhi n’ha sotto che sempre vegghiano, e tante lingue e tante bocche le quali continuamente parlano: e tanti occhi li quali sempre tiene levati: e vola la notte per lo mezzo del cielo, e per l’ombra della terra stridendo senza dormire mai: e ’l dì siede ragguardatrice sopra le sommità delle case, e spaventa le città grandi: tenace così de’ composti mali, come rapportatrice del vero. Ma se io