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SOPRA DANTE 129

gegni umani più pronti alle meditazioni, che in alcuna altra parte.

O alto ingegno. È l’ingegno dell’uomo una forza intrinseca dell’animo, per la quale noi spesse volte troviamo di nuovo quello che mal da alcuno non abbiamo apparato. Il che avere sovente fatto l’autore in questo libro si trova: perciocchè quantunque Omero, e appresso lui Virgilio, dello scendere in inferno scrivessero, ancorachè in alcuna parte gli abbia l’autore imitati nell’inferno, nelle più delle cose tiene da loro cammino molto diverso: del quale, perocchè alcuno altro scrittore non si trova che in quella forna trattato n’abbia, assai manifestamente possiam vedere della forza del suo ingegno questa invenzione, e il modo del procedere essere provenuto, Or m’aiutate: perciocchè mi bisogna a questo punto la inventiva, e il modo del procedere, e la sonorità dello stilo. O mente. Non bastando solo l’ingegno, per la cui forza le pellegrine inventive si trovano, invoca ancora la mente sua, acciocchè per l’apera di lei, quello possa servare e poi raccontare che avrà trovato. Ed è questa mente, secondochè Papia scrive, la più nobile parte della nostra anima, dalla quale procede l’intelligenza, e per la quale l’uomo è detto fatto alla immagine di Dio, o è l’anima stessa, la quale per li molti suoi effetti ha diversi nomi meritati. Ella è allora chiamata anima, quando ella vivifica il corpo: ella è chiamata animo, quando ella alcuna cosa vuole: ella è chiamata ragione, quando ella alcuna cosa dirittamente giudica: ella è chiamata spirito, quando ella spira: ella è chiamata senso, quando ella alcuna cosa

com. di dante T. I. 9