Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo I, 1831.djvu/143


SOPRA DANTE 123

altri poeti; perchè pare di dover dichiarare che cosa sieno queste Muse, e quante, e qual sia il loro uficio, e questo, sì per più pienamente dar lo intelletto del presente testo, e sì ancora perchè in più parti del presente libro se ne farà menzione. E adunque da sapere, secondochè i poeti fingono, che le Muse sono nove, e furono figliuole di Giove e della Memoria: e la ragione perchè questo sia da’ poeti fingendo detto, è questa. Piace ad Isidero cristiano, e santissimo uomo e pontefice, nel libro delle Etimologie, che perciocchè il suono delle predette muse è cosa sensibile, e che nel preterito passa, e imprimesi nella memoria, però essere da’ poeti dette figliuole di Giove e della Memoria. Ma io a maggior dichiarazione di questo sentimento estimo, che sia cosi da dire: che conciosiacosachè da Dio sia ogni scienza, come nel principio del libro della Sapienza si legge, e non basti a ricevere quella solamente l’avere inteso, ma che a farla in noi essere scienza sia di necessità le cose intese commendare alla memoria, e così divenire in noi scienza. Il che l’autore appresso assai bene ne dimostra, laddove dice:

Apri la mente a quel ch’io ti paleso,
E fermal dentro, che non fa scïenza,
Senza lo ritenere, avere inteso.

Dobbiamo, e possiam dire, queste Muse, cioè scienza, in noi già abituata per lo intelletto e per la memoria, potersi dire figliuole di Giove, cioè di Dio padre e della Memoria. E dico di Giove doversi intendere qui Iddio padre, perciocchè alcuno altro nome non so più conveniente a Dio padre che que-