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PARTE SESTA 201


XX.


Chè vo’ dir dunque, bella donna e cara,
     Lasciate de’ Troian l’amor fallace;
     Cacciate via questa speranza amara
     Che ’nvano sospirare ora vi face,
     E rivocate la bellezza chiara,
     La qual più ch’altra a chi intende piace;
     Ch’a tal partito omai Troia è venuta
     Ch’ogni speranza ch’uomo v’ha è perduta.

XXI.


E s’ella fosse pur per sempre stare,
     Sì sono il re, e’ figli e gli abitanti
     Barbari e scostumati, e da apprezzare
     Poco, a rispetto de’ Greci, ch’avanti
     Ad ogni altra nazion possono andare,
     D’alti costumi e d’ornati sembianti;
     Voi siete ora tra uomin costumati,
     Dove eravate tra bruti insensati.

XXII.


E non crediate che ne’ Greci amore
     Non sia, assai più alto e più perfetto
     Che tra’ Troiani; e ’l vostro gran valore,
     La gran beltà e l’angelico aspetto
     Troverà qui assai degno amadore,
     Se el vi fia di pigliarlo diletto;
     E se non vi spiacesse, io sarei desso,
     Più volentier che re de’ Greci adesso.