Pagina:Boccaccio - Il Filostrato di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto su i testi a penna, 1831.djvu/211


PARTE SESTA 199


XIV.


Il qual come con lei rassicurato
     Fu ragionando, cominciò a dire:
     Giovane donna, s’io v’ho ben guardato
     Nell’angelico viso da aggradire
     Più ch’altro visto mai, quel trasformato
     Mi par veder per noioso martire,
     Dal giorno in qua che di Troia partimmo,
     E qui come sapete ne venimmo.

XV.


Nè so ch’esser si possa la cagione
     S’amor non fosse, il qual, se savia sete,
     Gittrete via, udendo la ragione,
     Perchè siccom’io dico far dovete.
     Li Troian son si può dire in prigione
     Da noi tenuti, siccome vedete,
     Che siam disposti di non mutar loco
     Senza disfarla o con ferro o con fuoco:

XVI.


Nè crediate ch’alcun che dentro sia
     Trovi pietà da noi in sempiterno;
     Nè mai commise alcuno altra follia
     O commettrà, se ’l mondo fosse eterno,
     Che assai chiaro esemplo non gli fia,
     O qui tra’ vivi, o tra’ morti in inferno,
     La punizion ch’a Paride daremo,
     Della fatta da lui, se noi potremo.