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PARTE QUINTA 189


LVIII.


El se ne gia talvolta in sulla porta
     Per la qual’era la sua donna uscita:
     Di quinci uscì colei che mi conforta,
     Di quinci uscì la mia soave vita;
     Fino a quel loco le feci la scorta,
     E quivi da lei feci dipartita;
     E quivi lasso le toccai la mano,
     Seco dicea, piangendo a mano a mano.

LIX.


Quindi n’andasti, cor del corpo mio;
     Quando sarà che tu quindi ritorni,
     Caro mio bene e dolce mio disio?
     Certo io non so, ma questi dieci giorni
     Più che mill’anni fien; deh vedrott’io
     Giammai tornar colli tu’ atti adorni,
     A rallegrarmi sì com’hai promesso?
     Deh fia omai, deh or foss’egli adesso!

LX.


E gli parea a sè stesso nel viso
     Esser men che l’usato colorito,
     E per questo faceva in suo avviso
     D’esser talvolta dimostrato a dito,
     Quasi dicesser: perchè sì conquiso
     È divenuto Troilo e sì smarrito?
     Color che ’l dimostrassono e’ non era,
     Ma sospica chi sa la cosa vera.