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PARTE QUARTA 157


CXXXIII.


Allor potremo alcun sollazzo avere,
     Come che l’aspettar sia grave noia;
     Ma conviensi apparare a sostenere
     Della fatica, chi vuol che la gioia
     Li venga poscia con maggior piacere;
     Io veggio pur, che stando noi in Troia,
     Senza vederci più dì ci conviene
     Talor passar con angosciose pene.

CXXXIV.


Ed oltre a questo, maggiore speranza,
     O pace o no, mi nasce del tornarci;
     Mio padre ha ora questa disianza,
     E forse avvisa ch’io non possa starci
     Per lo suo fallo, senza dubitanza
     Di forza, o di biasmo ad acquistarci;
     Come saprà che io ci sia onorata,
     Più non curerà della mia tornata.

CXXXV.


Ed a che far tra’ Greci mi terrebbe,
     Che come vedi son sempre nell’armi?
     E s’el non mi tien ivi, ove potrebbe
     In altra parte, io nol veggio, mandarmi?
     E se ’l potesse credo nol farebbe,
     Perciocchè a’ Greci non vorria fidarmi;
     Qui dunque rimandarmi egli è opportuno,
     Nè ben ci veggio contrario nessuno.