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proemio. 3

nuovi ragionamenti non è rimossa: senza che elle sono molto men forti che gli uomini a sostenere. Il che degli innamorati uomini non avviene, sì come noi possiamo apertamente vedere. Essi, se alcuna malinconia o gravezza di pensieri gli affligge, hanno molti modi da alleggiare o da passar quello; per ciò che a loro, volendo essi, non manca l’andare attorno, udire e veder molte cose, uccellare, cacciare, pescare, cavalcare, giucare o mercatare. De’ quali modi ciascuno ha forza di trarre, in tutto in parte, l’animo a sè, e dal nojoso pensiero rimuoverlo, almeno per alcuno spazio di tempo: appresso il quale, con un modo o con altro, o consolazion sopravviene, o diventa la noja minore. Adunque, acciò che in parte per me s’ammendi il peccato della Fortuna, la quale dove meno era di forza, sì come noi nelle dilicate donne veggiamo, quivi più avara fu di sostegno; in soccorso e rifugio di quelle che amano (per ciò che all’altre è assai l’ago e ’l fuso e l’arcolajo) intendo di raccontare cento novelle, o favole o parabole o istorie che dire le vogliamo, raccontate in diece giorni da una onesta brigata di sette donne e di tre giovani, nel pestilenzioso tempo della passata mortalità fatta, et alcune canzonette dalle predette donne cantate a lor diletto. Nelle quali novelle, piacevoli et aspri casi d’amore, et altri fortunati avvenimenti si vedranno, così ne’ moderni tempi avvenuti come negli antichi; delle quali le già dette donne, che queste leggeranno, parimente diletto delle sollazzevoli cose in quelle mostrate, et utile consiglio potranno pigliare, in quanto potranno cognoscere quello che sia da fuggire, e che sia similmente da seguitare: le quali cose senza passamento di noja non credo che possano intervenire. Il che se avviene (che voglia Iddio che così sia) ad Amore ne rendano grazie, il quale, liberandomi da’ suoi legami, m’ha conceduto il potere attendere a’ lor piaceri.