nuovi ragionamenti non è rimossa: senza che elle sono molto
men forti che gli uomini a sostenere. Il che degli innamorati
uomini non avviene, sì come noi possiamo apertamente vedere.
Essi, se alcuna malinconia o gravezza di pensieri gli affligge,
hanno molti modi da alleggiare o da passar quello; per ciò
che a loro, volendo essi, non manca l’andare attorno, udire
e veder molte cose, uccellare, cacciare, pescare, cavalcare,
giucare o mercatare. De’ quali modi ciascuno ha forza di trarre,
in tutto in parte, l’animo a sè, e dal nojoso pensiero
rimuoverlo, almeno per alcuno spazio di tempo: appresso il
quale, con un modo o con altro, o consolazion sopravviene, o
diventa la noja minore. Adunque, acciò che in parte per me
s’ammendi il peccato della Fortuna, la quale dove meno era di
forza, sì come noi nelle dilicate donne veggiamo, quivi più
avara fu di sostegno; in soccorso e rifugio di quelle che amano
(per ciò che all’altre è assai l’ago e ’l fuso e l’arcolajo) intendo
di raccontare cento novelle, o favole o parabole o istorie
che dire le vogliamo, raccontate in diece giorni da una onesta
brigata di sette donne e di tre giovani, nel pestilenzioso tempo
della passata mortalità fatta, et alcune canzonette dalle predette
donne cantate a lor diletto. Nelle quali novelle, piacevoli
et aspri casi d’amore, et altri fortunati avvenimenti si vedranno,
così ne’ moderni tempi avvenuti come negli antichi; delle quali
le già dette donne, che queste leggeranno, parimente diletto
delle sollazzevoli cose in quelle mostrate, et utile consiglio potranno
pigliare, in quanto potranno cognoscere quello che sia
da fuggire, e che sia similmente da seguitare: le quali cose
senza passamento di noja non credo che possano intervenire.
Il che se avviene (che voglia Iddio che così sia) ad Amore ne
rendano grazie, il quale, liberandomi da’ suoi legami, m’ha
conceduto il potere attendere a’ lor piaceri.