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Similemente ne mostri che costui fa gli uomini arditi e valorosi; ma di ciò il contrario si può mostrare. Chi fu più valoroso uomo d’Ercule, il quale innamorato mise le sue forze in oblio, e ritornò vile, filando l’accia con le femine di Iole? Veramente, alle cose ove dubbio non corre, gente arditissima sono gl’innamorati; e se dove dubbio corre si mostrano arditi, e mettonvisi, non amore, ma poco senno a ciò li tira, per avere poi vanagloria nel cospetto delle sue donne, avvegna che questo rade volte avviene, che dubitano tanto di perdere il diletto della cosa amata, che essi consentono avanti d’essere tenuti vili. E non ancora dubitiamo che questi mise ogni dolcezza nella cetara d’Orfeo: questo consentiamo che sia come tu porgi, ché veramente, al generale, amore empie le lingue de’ suoi suggetti di tanta dolcezza e di tante lusinghe, che essi molte fiate farieno con le loro lusinghe volgere le pietre, non che i cuori mobili e incostanti; ma di vile uomo è atto il lusingare! Come adunque diremo che tal signore si deggia seguire per bene propio del seguitore? Certo questi coloro in cui dimora fa dispregiare i savi e utili consigli: e male per li troiani non furono da Paris uditi quelli di Cassandra. Non fa costui similmente a’ suoi sudditi dimenticare e dispregiare la loro fama buona, la quale dee da tutti, come etterna erede della nostra memoria, rimanere in terra dopo le nostre morti? Quanto la contaminasse Egisto basti per essemplo, avvegna che Silla non meglio operasse che Pasife. Non è costui cagione di rompere i santi patti e la pura fede promessa? Certo sì. Che aveva fatto Adriana a Teseo, per la quale cosa rompendo i matrimoniali