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a lui che ad un altro gli piacque di donarlo, potendolo a molti altri donare. Fu adunque più liberale il cavaliere, che il suo onore concedea, che nullo degli altri. E pensate una cosa: che l’onore che colui donava è inrecuperabile, la qual cosa non avviene di molti altri, sì come di battaglie, di pruove e d’altre cose, le quali se una volta si perdono, un’altra si racquistano, e è possibile. E questo basti sopra la vostra dimanda aver detto -.

Poi che la reina tacque, e Menedon fu rimaso contento, un valoroso giovane chiamato Clonico, il quale appresso Menedon sedeva, così cominciò a parlare: Grandissima reina, tanto è stata bella e lunga la novella di questo nobile giovane, che io, acciò che gli altri nel brieve tempo possano ad agio dire, quanto potrò, il mio intendimento brievemente vi narrerò: e dico che, con ciò fosse cosa che io ancora molto giovane conoscessi la vita de’ suggetti del nostro signore Amore piena di molte sollecitudini e d’angosciosi stimoli con poco diletto, lungamente a mio potere la fuggii, schernendo più tosto coloro che lui seguivano, che commendandoli e ben che io molte volte già fossi tentato, con forte animo resistetti cessando i tesi lacciuoli. Ma però che io a quella forza alla quale Febo non poté resistere, non era forte a contrastare, avendosi Cupido pur posto in cuore di recarmi nel numero de’ suoi suggetti, fui preso, né quasi m’accorsi come, però che un giorno già per lo rinnovellato tempo lieto andando io su per li salati liti, conche marine con diletto prendendo,