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sua vita, ne’ dubbiosi luoghi andava cogliendo l’erbe e scavando le radici? E che questa povertà occupasse la sua virtù ancora si può credere, udendo che Tarolfo credeva da lui essere gabbato, quando di vili vestimenti il riguardava vestito; che egli fosse vago di quella miseria uscire e divenire ricco, sappiendo ch’egli di Tesaglia infino in Ispagna venne, mettendosi per li dubbiosi cammini e incerti dell’aere alle pericolose cose per fornire la ’mpromessa fatta da lui e per ricevere quella d’altrui, in sé si può vedere: chi a tante e tali cose si mette per povertà fuggire, sanza dubbio si dee credere che egli quella piena d’ogni dolore e d’ogni affanno essere conosce. E quanto di maggiore povertà è uscito e entrato in ricca vita, tanto quella gli è più graziosa. Adunque, chi di povertà è in ricchezza venuto, e con quella il vivere gli diletta, quanta e quale liberalità è quella di chi quella dona, e nello stato, ch’egli ha con tanti affanni fuggito, consente di ritornare? Assai grandissime e liberali cose si fanno, ma questa maggiore di tutte mi pare: considerando ancora alla età del donatore che era vecchio, con ciò sia cosa che ne’ vecchi soglia continuamente avarizia molto più che ne’ giovani avere potere. Però terrò che ciascuno de’ due seguenti aggia maggiore liberalità fatta che ’l primo, e ’l terzo maggiore che niuno -.

- Quanto meglio per alcuno si potesse la vostra ragione difendere, tanto la difendete ben voi - disse la reina; - ma noi brievemente intendiamo dimostrarvi come il nostro parere deggiate più tosto che il vostro tenere. Voi volete dire che colui niuna liberalità facesse concedendo la mogliere, però che di ragione fare gliele convenia