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- Bellissima è la novella e la dimanda - disse la reina, - e in verità che ciascuno fu assai liberale, e, ben considerando, il primo del suo onore, il secondo del libidinoso volere, il terzo dell’acquistato avere fu cortese: e però volendo conoscere chi maggiore liberalità overo cortesia facesse, conviene considerare quale di queste tre cose sia più cara. La qual cosa veduta, manifestamente conosceremo il più liberale però che chi più dona più liberale è da tenere. Delle quali tre cose l’una è cara, cioè l’onore, il quale Paulo, vinto Persio re, più tosto volle che i guadagnati tesori. Il secondo è da fuggire, cioè il libidinoso congiugnimento, secondo la sentenza di Sofoldeo e di Senocrate, dicenti che così è la lussuria da fuggire come furioso signore. La terza non è da disiderare, ciò sono le ricchezze, con ciò sia cosa che esse sieno le più volte a virtuosa vita noiose, e possasi con moderata povertà vivere virtuosamente, sì come Marco Curzio e Attilio Regolo e Valerio Publicola nelle loro opere manifestarono. Adunque, se solo l’onore è in queste tre caro, e l’altre no, dunque quelli maggiore liberalità fece che quello donava, avvegna che meno saviamente facesse. Egli ancora fu nelle liberalità principale, per la cui l’altre seguirono: però, secondo il nostro parere, chi diè la donna, in cui il suo onore consisteva, più che gli altri fu liberale -.

- Io - disse Menedon - consento che sia come voi dite, in quanto da voi è detto, ma a me pare che ciascuno degli altri fosse più liberale, e udite come. Egli è ben vero che ’l primo concedette la donna, ma in ciò egli non fece tanta liberalità quanto voi dite; però che se egli l’avesse voluta negare, giustamente egli non poteva,