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giovane le tue cose ama più che te, e ciò si può vedere, ché ella ne prese; ma ella ama più me che le mie cose, in quanto ella delle sue mi donò: e non è segno d’ultimo merito il donare, come tu di’ ma è principio d’amistà e d’amore. E fa il dono colui che ’l riceve suggetto al donatore: però costei, forse di me incerta, acciò che più certa di me avere per suggetto fosse, con dono mi volle alla sua signoria legare, se io legato forse non vi fossi. Ma tu, come puoi comprendere che se ella dal principio ti leva, ch’ella mai ti debbia donare?". E così quistionando dimorarono per grande spazio, e sanza alcuna diffinizione si partirono. Ora, dico io, grandissima reina, se a voi fosse l’ultima sentenza in tale questione domandata, che giudichereste voi? -.

Con occhi d’amorosa luce sfavillanti, alquanto sorridendo si rivolse la bella donna a Filocolo e dopo un lieve sospiro così rispose: Nobilissimo giovane, bella è la vostra quistione, e certo saviamente si portò la donna, e ciascun de’ giovani assai bene la sua parte difendea; ma acciò che ne richiedete quello che ultimamente di ciò giudicheremo, così vi rispondiamo. A noi pare, e così dee parere a ciascuno che sottilmente riguarda, che la giovane ami l’uno, e l’altro non abbia in odio ma per più il suo intendimento tener coperto, fece due atti contrarii, come appare, e ciò non sanza cagione fece, ma acciò che l’amore di colui cui ella amava più fermo acquistasse e quello dell’altro non perdesse: e ciò fu saviamente fatto. E però venendo alla nostra quistione, la quale è a quale de’ due sia più amore stato mostrato, diciamo che colui a cui ella donò la sua ghirlanda è più da lei amato. E