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ne vo -; e seguì poi: O signor mio, ricevi nelle tue mani l’anima del tuo servo -. E così dicendo rendé l’anima al suo Fattore. La qual cosa veggendo Florio, con pietosa mano chiuse gli occhi al moriente padre, e piangendo i lieti vestimenti abandonò e pigliò i lugubri con molti compagni, tra’ quali Mennillo similemente prese.

Ilario, il quale con somma sollecitudine avea al vecchio re i santi sacramenti della chiesa con divozione donati, poi che della presente vita passato il vide, come a Florio piacque, secondo la romana consuetudine mise in ordine i grandi ossequi; e con molto onore, sì come a tanto re si convenia, il fece sepellire nella maggior chiesa della città.

Pianselo Florio molti giorni; ma venuto il tempo che le lugubri vesti lasciare si doveano e Florio fu riconfortato; i baroni e i grandi uomini del suo reame vennero nella sua presenza, acciò che, egli presa la corona, la debita fedeltà gli giurassero. Alla quale coronazione Florio fece chiamare Biancifiore, a cui la morte del re era per amore di Florio assai doluta. Con lei venne la valorosa donna Clelia, e Tiberina, e Glorizia e altre donne di Roma, le quali Quintilio con Scurzio e con Sempronio accompagnarono. E Caleon, a cui era in cura allora di fare fontane alla nuova terra, udendo della coronazione di Florio la novella, lasciato stare ogni cosa, vi venne. E Fileno, e ’l padre e la madre e’ parenti lasciati, ancora vi venne, e ’l duca Ferramonte similemente, e Sara, e Parmenione, e Messaallino e Menedon e qualunque altro grande del paese, ove elli furono tutti da Florio lietamente e con onore ricevuti.