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la vita, e la sanità serva sanza affanno. E vivi caritevole, ciascuno come te medesimo amando, ma non i suoi vizii. E fedele a Dio, nella sua misericordia spera, la quale la morte de’ peccatori non vuole, ma la vita, acciò ch’elli si penta e viva, acciò che tu per queste possi all’etterna gloria pervenire, quando della tua vita i termini compierai, sì come io ho già compiuti, per quello che mi paia sentire. E acciò che i vizii fuggire e le virtù seguire con intero animo possi, sempre davanti agli occhi porta la tua fine, la quale con diritto senno pensando, conoscerai di questo mondo niuna cosa portarsi se non le buone e virtuose opere. E tra gli altri sia tuo pensiero questo, che queste cose, le quali tu possederai e che io possedei, non ne sono date per nostra singulare virtù, nella quale gli altri uomini passiamo, anzi molte volte meglio che gli altri la nostra casa reggere non sapremmo, ma per divina grazia l’abbiamo e reggiamo. E però che graziosamente ricevute l’abbiamo, graziosamente ritenere e dare le dobbiamo. Adunque onestamente vivi, e altrui non ledere, e a ciascuno quello che suo è dà. E onora la tua madre sopra tutte le cose del mondo, acciò che la sua benedizione, quando allo infallibile passo mi seguirà, meriti. E i tuoi figliuoli correggi e gastiga ne’ teneri anni, e ne’ virtuosi costumi gli fa esperti, acciò che la loro vita ti sia consolazione. E priegoti che l’anima di me vecchio tuo padre, la quale in tanto t’ha sopra tutte le cose amato, che spesso per te sé a se medesima è uscita di mente, ti sia raccomandata -. E queste parole dicendo, allentando a poco a poco la voce, finì le sante ammonizioni. E data al figliuolo la sua benedizione, e teneramente con lagrime baciatolo, gridò: Io me