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fece il simigliante: e Biancifiore similmente da cavallo discesa, e trattasi la ricca corona, di lontano dovuta reverenzia fece al santo padre. Al freno del quale, rinunziandolo Vigilio, Filocolo con Bellisano volle essere, riputando sconvenevole cosa che il figliuolo di tanto imperadore andasse a piè e egli a cavallo, e, concedendogliele Tiberio, vi fu: e così infino al santo tempio, ove la predicazione della santa fede udita avea da Ilario, andarono, al quale tutta Roma era corsa per vederlo e Biancifiore similemente. Quivi pervenuti, ogni uomo dismontò da cavallo e entrò nel santo tempio, ove onorevolemente da Ilario era stata aprestata la santa fonte con l’acqua per battezzarli, nella quale prima che altro si facesse, Filocolo e il piccolo Lelio e tutti i suoi compagni, nel cospetto di tutti i romani, da Vigilio ricevettero, nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo, battesimo, confessando la santa credenza e rinunziando la iniqua. Nella qual fonte Filocolo il suo appositivo nome, cioè Filocolo, lasciò, e Florio, suo naturale, riprese. Biancifiore similemente con le sue donne in più segreta parte simile lavacro con divoto cuore ricevettero. E rivestiti tutti, con la benedizione del santo padre si partirono; e accompagnati da Bellisano e da Tiberio e dagli altri romani prencipi, con grandissimo onore e festa, a’ grandi palagi di Mennilio pervennero.

Quivi pervenuti e saliti alle gran sale, si rincominciano le mirabili carezze e feste. E Mennilio con gli altri, parlando con Ascalion escono di dubbio udendo la cagione per che altra volta a loro si tenessero celati: e rimasi contenti, niuno ad altra cosa che a