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che il grande arnese si caricasse e alla città n’andasse avanti: la qual cosa secondo il suo comandamento fu fatta. E egli, lasciato il pellegrino abito, d’un bellissimo drappo a oro si vestì co’ suoi compagni insieme e stette sopra un gran cavallo, bellissimo a riguardare come il sole, nell’aspetto mostrando bene quello che era, da molti sergenti intorniato e da’ suoi compagni, sé nobilissimi nella vista ripresentanti, seguito: e dopo loro e avanti, scudieri e altra famiglia assai bene e onorevolemente adorni cavalcavano. Appresso i quali Biancifiore, vestita d’un verde velluto adorno di risplendente oro e preziosissime pietre, messi con maestrevole mano i biondi capelli in dovuto ordine e sopr’essi un sottilissimo velo, e sopra quello una nobilissima corona portava, cara e per magistero e per pietre grandissimo tesoro, veniva, bellissima tanto quanto ogni comparazione ci saria scarsa. E dall’una parte a piccolo passo cavalcava Ascalion, e dall’altra le veniva il duca: e dopo loro Glorizia magnificamente con molte altre donne, d’Alessandria venute in loro compagnia, e in braccio portava il piccolo garzonetto. Mennilio, che in sollecitudine d’obviare Filocolo dimorava, come vide il giorno, così con Quintilio e con molti altri parenti e amici e compagni e con Ilario onoratamente molto salirono a cavallo, e con istrumenti molti e con gran festa ad obviare Filocolo uscirono, e appresso di loro Clelia e Tiberina in guisa di grandissime principesse ornate: e da’ nobili uomini di Roma e da molte donne accompagnate, cavalcando di Roma uscirono, non credendo Clelia poter pervenire a tanto che la sua cara nipote vedesse: la quale ella non conoscendo, né da lei conosciuta,