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santo altare, davanti alla imagine di Colui a cui la morte per la nostra vita fu cara, per la sua passione e resurrezione giurarono in mano d’Ilario che qualora egli la loro nipote e ’l marito e ’l figliuolo di lei loro presentasse davanti, che essi come carissimo parente il riceverebbero e onorerebbero, e più, che ciò che Lelio con Giulia già possedeo li donerebbero. - Niuna cosa più vi domando - disse Ilario; - andate, e quando io vi farò chiamare verrete a me -. Per che costoro da Ilario partiti verso la loro casa tornarono.

Biancifiore rimasa con Glorizia sola nel gran palagio del suo padre, essendo già in Roma dimorata molti giorni co’ suoi zii, sanza conoscerne alcuno, né osante di dire alcuna cosa a’ dimandanti, o dimandare, tutta in sé ardeva di disio di conoscere i suoi, i quali Glorizia per adietro le avea detto; per che così a Glorizia cominciò a dire: O Glorizia, o donna mia, ove sono i gran parenti, i quali già mi dicesti che io qui troverei? Ove i molti abbracciari? Ove la gran festa della mia venuta? Oimè, io non ho ancora niuno veduto, né tu mostrato me n’hai alcuno. Deh, perché alcuno almeno non me ne mostri? Io dubito che tu non m’abbi gabbata, e datomi ad intendere quello che non è vero, per venire a vedere la tua Roma, ov’io ancora a nessuno ti vidi parlare. Certo io mi pento già d’essere qui venuta per tale conveniente, che io non conosca né sia da alcuno conosciuta, ché in verità già per vedere alti palagi o intagliati marmi io non avrei il mio Florio dal suo intendimento svolto -. A cui Glorizia rispose: Tanto a te e a me convien sostenere, quanto piacere sarà di Florio, che taciturnità n’ha imposta -. E fra sé di dire come dalla sorella