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voleste vengiare: per che a me parria che a lui sì come innocente si dovesse ogni cosa dimettere, e ricevendolo per parente, dargli la vostra pace: e così la vostra cara nipote rivedreste reina -.

L’antica morte, per le molte lagrime sparte per adietro, non rintenerì i cuori con tanta pietà, che per l’udite parole agli occhi venissero lagrime, anzi riguardando l’un l’altro stettero per ammirazione alquanto muti, né seppero tristizia della ricordata morte mostrare, né letizia della viva nipote; ma poi Quintilio disse: Quanto dura e amara ne fu la morte del nostro fratello, tanto ne saria dolce e cara la sua figliuola vedere e tenere come nipote; ma come sanza vendetta si possa sì fatta offesa mettere in oblio non conosco, avvegna che dir possiate il giovane innocente, e i piaceri di Dio convenirsi con pazienza portare: il quale è da credere che così come egli combattendo consentì che morisse, così vivendo l’avria potuto fare essere vittorioso. Non per tanto ciò che tu ne consiglierai faremo, fidi che altro che nostro onore non sosterresti -. A cui Ilario così rispose: Veramente in tutte le cose vorrei l’onore vostro. Io conosco in queste cose che voi potete molto piacere a Dio, e sanza vostra vergogna, la quale, ancora che ci fosse, la dovreste prendere per piacergli, se voi volete, e a voi grandissima gloria e consolazione acquistare. A Dio potete piacere, ricevendo il giovane in Roma, il quale, tenendo per difetto d’amaestramento contraria legge, a quella di Dio di leggiere tornerà, e similemente la vostra nipote; e per consequente tutto il loro grandissimo reame. Che vergogna non vi sia il pacificamente riceverlo è manifesto: voi state in