Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/282

la vita de’ quali io reputo che simile a quella de’ vostri sia, con ciò sia cosa che egli a’ suoi unigenito sia, come voi ai vostri: ma voi per me lasciaste i vostri dolenti, e egli sanza alcuna colpa, che per sospecione di me legittima commettesse, meritò la vostra ira. Amommi, e però fu tolto al padre. Or che avria la fortuna fatto alli nocenti, se elli m’avesse odiata? Concedano gl’iddii e a voi e a me che da tutti siamo di buono amore amati, e se essere non può che amati siamo di qualunque amore, amando noi ciascuno come si conviene -. - Ottimamente parli - disse Filocolo, - e io la mia grazia e la tua presenza gli renderò, certo della tua fede, della quale ben fui per adietro certo; ma noi amanti ogni cosa temiamo, e però odiai. Come Febo ne renderà il nuovo giorno, rendute grazie agl’iddii che prima di te mi dierono speranza buona, ti farò lui vedere, il quale per dolore in su questo poggio in fontana si convertì -.

Posaronsi la notte nel salvatico luogo sotto le tese tende, difesi da’ sopravegnenti casi da’ suoi sergenti; ma venuto il giorno, il duca e Ascalion e gli altri compagni insieme con Caleon furono a chiamare Filocolo, il quale levato, fece l’antico tempio mondare, come altra volta avea fatto, e accendere i fuochi sopra gli umidi altari; e fatti uccidere più tori per la salvazione di sé e de’ suoi compagni, con puro cuore offerse a’ fuochi le debite interiora di quelli, rendendo con queste voci grazie de’ ricevuti beni: O sommo Giove, governatore dell’universo con ragione perpetua, e tu, o santa Giunone, la quale con felice legame congiugni e servi longevi i santi matrimonii, e tu, o Imineo, degno e etterno testimonio