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24 FILOCOLO

tutto l’universo; né mi parea che alli miei occhi alcuna nazione s’occultasse. E mentre che io così rimirando intorno le molte regioni dimorava, vidi di quello cerreto ove noi la misera fontana trovammo, uno smeriglione levarsi e cercare il cielo; e poi che egli era assai alzato, pigliando larghissimi giri il vidi incominciare a calare, e dietro a una fagiana bellissima e volante molto, che levata s’era d’una pianura fra salvatiche montagne posta, non guari lontana al natale sito del nostro poeta Naso: e nel già detto prato a me assai appresso mi parea ch’egli la sopragiungesse, e ficcatasela in piedi sopra la schiena, forte ghermita la tenea. Poi appresso, assai vicino di quel luogo onde levata s’era la fagiana, mi parve vedere levare quello uccello che a guardia dell’armata Minerva si pone, e con lui uno nerissimo merlo, e volando quella seguire, e nel suo cospetto e dello smeriglione posarsi. Poi, volti gli occhi in altra parte di quella isola la quale noi cerchiamo, il semplice uccello, in compagnia di Citerea posto, vidi di quindi levare e insieme con un cuculo in quel luogo ancora porsi. E mentre che io in giro gli occhi volgeva, vidi tra l’ultimo ponente e i regni di Trazia di sopra a Senna levarsi uno sparviere bellissimo e uno gheppo, e seguitare un girfalco e un moscardo e un rigogolo e una grua, che di sopra alla riviera del Rodano levati s’erano, e dintorno alla fagiana posarsi. Poi, in più prossimana parte tirati gli occhi, vidi delle guaste mura, lasciate da noi nel piano del fratello del Tevero, uscire un terzuolo, e con forte volo aggiungersi agli altri sopradetti, di dietro al quale la misera reina, ancora de’ suoi popoli nimica, levata di presso al