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dardi si dimostra, la quale volessero gl’iddii ch’io ancora avessi! Ma l’agute saette, passata la dura e rozza forma di me povero pastore, trovarono il cuore abile alle loro punte. Questo mio albero ancora in sé mostra le frondi verdi, e mostrerà mentre le triste radici riceveranno umore dalla circunstante terra, in che la mia speranza, molte volte ingannata, né ancora secca, né credo che mai secchi, si può comprendere. E se voi ben riguardate, egli ancora mostra del mio dolore gran parte: che esso, lagrimando, caccia fuori quello che dentro non può capere; e così come questo legno meglio arde ch’alcuno altro, così io, prima stato ad amare duro, poi più che alcun amante arsi, e per ogni piccolo sguardo sì mi raccendo come mai acceso fossi. Né il dilettevole odore ch’io porgo poté mai fare tanti di quello disiderosi, ch’io altro che a quella, per cui questa pena porto, mi dilettassi di piacere. Potete adunque per le mie parole e per me comprendere quanta poca fede le mondane cose servino agli speranti, e massimamente le femine, nelle quali niuno bene, niuna fermezza, né niuna ragione si truova. Esse, schiera sanza freno, secondo che la corrotta volontà le muta, così si muovono: per la qual cosa, se licito mi fosse, con voce piena d’ira verso gl’iddii crucciato mi volgerei, biasimandogli perché l’uomo, sopra tutte le loro creature nobile, accompagnarono di sì contraria cosa alla sua virtù" -.

Le parole del misero appena erano finite, che Biancifiore levata da sedere del luogo dove stava, per più appressare le parole sue al rotto pedale, così cominciò a dire: O Idalogo, che colpa hanno le buone, e di