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20 FILOCOLO

loro pietosi sacrificii e incominciaronsi a confortare. E da un amico d’Ascalion onorevolemente ricevuti furono nella città, e quivi la loro nave fecero racconciare tutta, e di vele e d’albero e di timoni migliori che i perduti la rifornirono; e incominciarono ad aspettar tempo al loro viaggio, il quale molto più si prolungò che ’l loro avviso non estimava. Per la qual cosa Filocolo più volte volle per terra pigliare il cammino, ma, sconfortato da Ascalion, se ne rimase, aspettando il buon tempo in quel luogo.

Videro Filocolo e’ suoi compagni Febeia cinque volte tonda e altretante cornuta, avanti che Noto le sue impetuose forze abandonasse: né quasi mai in questo tempo videro rallegrare il tempo. Per la qual cosa gravissima malinconia e ira la disiderosa anima di Filocolo stimolava, dolendosi della ingiuria che da Eolo ricevere gli pareva. E più volte la sua ira con voti e con pietosi sacrificii e con umili prieghi s’ingegnò di piegare, ma venire non ne poté al disiderato fine, anzi parea che quelli più nocessero; onde egli spesso di ciò si doleva dicendo: Oimè, che ho io verso gl’iddii commesso, che i miei sacrificii puramente fatti non sono accettati? Io non sacrilego, io non invido de’ loro onori, io non assalitore de’ loro regni, né tentatore della loro potenza ma fedelissimo e divoto servidore di tutti: adunque ché mi nuoce? -. Egli dopo le lunghe malinconie andava alcuna volta a’ marini liti, e in quella parte, verso la quale egli imaginava di dovere andare, si volgeva e rimirava, dicendo: Sotto quella parte del cielo dimora la mia Biancifiore. Quella parte è testé da lei veduta, e io la voglio rimirare. Io sento la dolcezza ch’ella adduce seco, presa