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LIBRO QUARTO 19

mare, sanza guida e in isconosciuto luogo, abandonato da ogni speranza, per li tuoi servigi così mi ritruovo -.

Gli altri compagni di Filocolo tutti piangeano, e nulla salute speravano, ma del fiero colpo d’Antropos, il quale vicino si vedeano, impauriti, mezzi morti giaceano tutti bagnati, e quasi ogni potenza corporale perduta, si conduceano secondo i disordinati movimenti della nave. Ma il vecchio Ascalion, il quale altre volte di simiglianti avversitadi provate avea, ancora che pauroso fosse, non gli parea cosa nuova, e con migliore speranza viveva che alcuno degli altri, e tutti li giva riconfortando con buone parole come cari figliuoli. E mentre queste cose così andavano, la nave portata da’ poderosi venti sanza niuno governamento, avanti che il giorno apparisse da nulla parte, ne’ porti dell’antica Partenope fu gittata da’ fieri venti, quasi vicina agli ultimi suoi danni: e quivi da’ marinari, che vedendosi in porto ripresero conforto, così spezzata dalle bande e fracassata, in sicuro luogo dall’ancore fu fermata, e aspettarono il nuovo giorno ringraziando gl’iddii, non sappiendo in che parte la fortuna gli avesse balestrati.

Poi che il giorno apparve e il luogo fu conosciuto da’ marinari, contenti d’essere in sicuro e grazioso luogo, discesero in terra. E Filocolo co’ suoi compagni, a’ quali più tosto della sepoltura risuscitati parea uscire che della nave, scesi in terra, e rimirando verso le crucciate acque, ripetendo in se medesimi i passati pericoli della presente notte, appena parea loro potere essere sicuri, e ringraziando gl’iddii che da tal caso recati gli avea a salute, offersero