Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/228

loro sepoltura; - ciascuno, lasciando ogni dolore, s’apparecchi a fare festa -. E dà il giorno a’ suoi popoli, nel quale tutti nella gran prateria vegnano, acciò che la cagione della comandata festa a tutti si manifesti. Vanno adunque i parenti de’ morti nel sanguinoso prato, e a’ tristi busti con tacito pianto danno occulti fuochi la vegnente notte, e poi debita sepoltura. E’ feriti da scaltriti medici sono aiutati, mettendo per comandamento del signore le ricevute offese in non calere.

Il giorno dato viene, e il vermiglio prato ritornato verde riceve la moltitudine de’ nobili e del popolo sopravegnente in quello. L’amiraglio, che con discreto stile avea ordinata l’alta festa, vestito di reali vestimenti e coronato d’oro, e con lui in simile forma Filocolo e Biancifiore, discende nella gran corte: e saliti sopra i gran cavalli tutti e tre, e accompagnati da’ più nobili, con canti e con graziosi suoni se ne vengono al prato pieno di gente. E quivi smontati da cavallo e saliti tutti e tre in parte che da tutti poteano essere veduti, Filocolo alla destra mano e Biancifiore alla sinistra dell’amiraglio, l’amiraglio, dirizzato in piede, diede segno di voler parlare, con la mano comandando il tacere.

Tacque ogni uomo, e con riposato silenzio si diede ad ascoltare l’amiraglio, il quale così cominciò a dire: Signori, la non stabile fortuna diede co’ suoi inoppinati movimenti che Biancifiore, nobilissima giovane, dell’alto sangue di Scipione Africano discesa, da noi da poco tempo in qua conosciuta, nascesse nelle reali case del gran re Felice, degli spagnuoli regni gastigatore, in uno medesimo giorno con Florio qui di lui figliuolo e a