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conceduta, avendo per la loro pietà tornata indietro tanta mia iniquità, campandoti. Tu mi sei più che la propia vita caro. Ma certo del mio fallo parte a te si dee apporre, però che, se tu quando qui venisti, mi ti fossi palesato come dovevi, tu, fuggendo la ricevuta avversità, avresti il tuo disio avuto sanza fatica e sanza alcun pericolo: tu saresti da me stato onorato sì come tu meritavi. L’occultare del tuo nome, e di te a me, e la mia subita iniquità, m’hanno fatto contro a te villana crudeltà usare. Alla quale emendare, considerando chi tu se’, io non conosco la via: sola la tua benignità priego che tanta cosa metta in oblio, sopra di me sodisfaccendo ogni male commesso. E da quinci inanzi, di me e del mio regno, secondo il tuo piacere, disponi, e dell’acquistata giovane co’ pericoli e con gli affanni, così come il disio ti giudica, ne sia. La quale, avvegna che io per adietro assai ho onorata, molto più, pensando a’ suoi magnanimi antichi, se conosciuta l’avessi, onorata l’avrei, ben che nimici grandissimi fossero a’ nostri per lo loro comune -.

Non fu meno caro a Filocolo dall’amiraglio essere per parente riconosciuto, che all’amiraglio fosse; e faccendogli quella festa che a tanto uomo si convenia, gli cominciò a dire: Signore, di ciò che oggi è avvenuto non voi siete da incolpare, ma io solamente, il quale presuntuoso oltre al dovere, non conoscendovi, tentai le vostre case contaminare. La fortuna nell’ultima parte delle sue guerre m’ha con debita paura sotto la vostra potenza voluto spaventare, e gl’iddii nel principio de’ miei beni con sommo dono m’hanno voluto dare speranza a maggiori cose. A me non è meno caro con tanti e tali pericoli avere Biancifiore racquistata, poi che