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e vestissi, e quasi tutto smarrito venne a’ compagni. A’ quali narrò ciò che veduto avea, per che egli teme non Filocolo abbia alcuna novità. Gli altri, udendo questo, tutti dubitano, né sanno che consiglio prendere. Ultimamente con Dario e con Bellisano deliberano d’andare alla torre, per sapere da Sadoc quello che di Filocolo fosse, o se con lui dopo la sua partita fosse dimorato.

Stando costoro in questo ragionamento, la rapportatrice fama vide del suo alto luogo queste cose, e di fuori delle sue finestre cacciò voci, che in picciolo spazio ciò che a Filocolo avvenuto era per Alessandria si spande. Ma niuno sa il nome di Filocolo, e tutti quello di Biancifiore; ciascuno corre al prato, e tutti si maravigliano, e in picciolo spazio di tempo riempiono quello. Odono Ascalion e’ compagni, sì come gli altri, queste voci: dubitando domandano chi costoro sieno, a cui la fortuna è tanto contraria, disiderando d’accertarsi di ciò che non vorrieno sapere. Niuno sa loro dire più avanti, se non: Biancifiore con un giovane sono condannati -. Dubitano costoro, e hanno ragione, per la visione veduta, e pensano che Filocolo sia: dimandano de’ segnali del giovane, i quali udendo, la loro credenza cresce. Non si sanno fra loro accordare che fare si deggiano: i più savi, storditi dell’avvenimento, hanno perduto il saper consigliare. Ma tra costoro così pavefatti un giovane di maravigliosa grandezza e robusto e fiero nell’aspetto, armato sopra un alto cavallo apparve fra loro, e con disusata voce incominciò loro a dire: O cavalieri, quale indugio è questo? Seguitemi con l’armi indosso, acciò che il nostro Filocolo più tosto di