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può a Biancifiore soccorso donare, ma disiderose della sua salute, lagrime e prieghi per quella porgono agl’iddii. Niuna si fa schiva di rimirare lo ignudo giovane, ma notando le sue bellezze, col pensiero menomano la colpa di Biancifiore. I contrarii fati sospingono i sergenti ad affrettarsi d’adempiere il comandamento del signore, per che i due amanti legati sono collati con lunga fune giù della torre: e acciò che ad alcuno non sia occulto il commesso peccato, vicini al prato rimangono sospesi. La rapportatrice fama con più veloce corso rapporta il male e in un momento riempie i vicini popoli dell’avvenuto male: per che con abandonato freno ciascuno corre al disonesto strazio, vaghi di vedere ciò che pietà fa loro poi debitamente spiacere. I sergenti votano la torre di loro, e armati con molti compagni guardano che alcuno non s’avvicini a’ pendenti giovani. I quali tanto così legati pendono, quanto nel duro petto dell’amiraglio pende qual pena a tale offesa voglia dare; ma poi che con diliberato animo elesse che la loro vita per fuoco finisse, comanda che nel prato siano posati, e quivi in accesi fuochi siano sanza pietà messi, acciò che di loro facciano sacrificio a quella dea, le cui forze agli sconvenevoli congiugnimenti gli condusse. Udito il comandamento, i fuochi s’accendono, e i due amanti sono messi in terra, e ignudi con sospinti passi sono tirati all’ardenti fiamme.

Piangendo Biancifiore così col suo amante sospesa, Filocolo con forte animo serrò nel cuore il dolore, e col viso non mutato né bagnato d’alcuna sua lagrima sostenne il disonesto assalto della fortuna, la quale, perché l’angoscia