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lasciata l’avea trovarono. Passano dentro, e veggono i due amanti abbracciati dormire: maravigliansi delle bellezze di ciascuno. Ma già per questo niuna pietà ramorbidisce i duri cuori: le scelerate mani legano i giovani colpevoli per soperchio amore. Niuno da tanta crudeltà si tira indietro, ma ciascuno più volentieri li stringe, e prendendo diletto di toccare la dilicata giovane, per merito di quello aggiungono più legami. Toccano le ruvide mani le dilicate carni, e gli aspri legami e duri li stringono, e li disordinati romori percuotono l’odorifero aere; per che i due amanti stupefatti si svegliano. E veggendosi intorno il disonesto popolo, si volsero levare per fuggire, ma i non ancora sentiti legami li ’mpedirono; e non vedendosi alcuno altro aiuto o rimedio, con dolorosa voce domandano che questo sia. Con vergognose parole è loro risposto: Voi siete per le vostre opere morti -. La miseria, nella quale la non stante fortuna gli avea recati, niuna risposta lascia porgere convenevole a’ dolenti prieghi. Biancifiore, in reale eccellenzia vivuta infino a qui, ora come vilissima serva trattata, è dispregiata da’ disonesti parlamenti della sconvenevole gente. E Filocolo, al quale i maggiori baroni soleano porgere dilicati servigi, percosso e con le mani e con villane parole, da’ più vili è schernito. Biancifiore piange né sa che dire, e stordita non può pensare come avvenuto sia il doloroso accidente. E il romore multiplica per la torre: corre Glorizia e corrono l’altre damigelle; ciascuna prima si maraviglia, poi per pietà piange, e la bella sala, che mai dolente voce sentita non avea, ora di quelle ripiena risonando mostra il dolore maggiore. Niuna