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ella s’addormentasse; ma poi che la vide dormire, pianamente spogliandosi infra le distese braccia si mise, lei nelle sue dolcemente recando. Ma già per questo la bella giovane non si destò, né Filocolo destare la volea prima ch’ella per sé si destasse; anzi, tenendola in braccio, dicea: O dolce amor mio, o più che altra cosa da me amata, è egli possibile a credere che tu sii nelle mie braccia? Certo io ti tengo e stringoti, e appena il credo -. Luceva la camera, sì come chiaro giorno fosse, per la virtù de’ due carbunculi; per che egli riguardandola dicea: Certo, tu se’ pur la mia Biancifiore, e non m’inganna il sonno, come già molte volte m’ha ingannato, ché ora pur vegghiando ti tengo. Ma tu che poco inanzi cotanto nelle tue braccia mi disideravi, secondo il tuo parlare, come puoi ora dormire avendomi? Non mi sente il tuo cuore, il quale so che continuamente vegghia ricordandosi di me? O bella donna, destati, acciò che tu conosca chi tu hai nelle tue braccia. Veramente tu n’hai ciò che tu in sogno alla santa dea domandavi. Destati, o vita mia, acciò che tu più allegra ch’altra femina col più lieto uomo del mondo ti ritruovi, e prendi la ’mpromessa della santa dea. Destati, o sola speranza mia, acciò che tu vegga quello che agl’iddii è piaciuto: tu tieni nelle tue braccia quello che tu disideri, e nol sai. Or, s’io ti fossi testé tolto, come ti sarebbe in odio l’aver dormito! Destati, e prendi il disiderato bene, poi che gl’iddii ti sono graziosi -. Egli dice queste e molte altre parole, e ad ogni parola cento volte o più la bacia. Egli, tirate indietro le cortine, con più aperto lume la riguarda e sovente l’anima alienata richiama. Egli la scuopre e con amoroso