Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/158

più per la perdenza de’ bisanti che del giuoco, diè delle mani negli scacchi, e quelli e lo scacchiere gittò per terra. Questo vedendo Filocolo disse: Signor mio, però che usanza è de’ più savi il crucciarsi a questo giuoco, però voi men savio non reputo, perché contro gli scacchi crucciato siate. Ma se voi aveste bene riguardato il giuoco, prima che guastatolo, voi avreste conosciuto che io era in due tratti matto da voi. Credo che ’l vedeste, ma per essermi cortese, mostrandovi crucciato, volete avere il giuoco perduto, ma ciò non fia così: questi bisanti sono tutti vostri -. E mostrando di volere i suoi adeguare alla quantità di quelli del castellano, ben tre tanti ve ne mise de’ suoi, i quali il castellano, mostrando d’intendere ad altre parole, gli prese dicendo: Giovane, io ti giuro per l’anima del mio padre, che io ho de’ miei giorni con molti giucato, ma mai non trovai chi a questo giuoco mi mattasse se non tu, né similmente più cortese giovane di te trovai ne’ giorni miei -. Filocolo rispose: Sire, di cortesia poss’io molto più voi lodare che voi me, con ciò sia cosa che io oggi per la vostra cortesia la vita n’aggia guadagnata. -

Le parole in diversi ragionamenti tra costoro multiplicano, e il giorno se ne va: per che Filocolo, veggendo il sole che cercava l’occaso, li parve di partirsi, per che egli disse: Signor mio, e’ mi si fa tardi d’essere alla città: però quando vi piaccia, con licenza vostra mi partirò -. Il castellano, che già della piacevolezza di Filocolo era preso, disse: Cortese giovane, se non fosse che l’andare per queste parti di notte è per molte cagioni dubbioso, tu ceneresti meco questa sera; ma io ti priego che per amore di