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che a questo fine la sua amicizia si cercasse, nulla saria d’averla mai; poi quando amico sarà, fia più sicuro lo scoprirsi a lui solamente. Io mi credo, di ciò ch’io v’ho parlato, avere ben detto, e chiaro il mio parere. Voi siete savi, e se bene avete notate le parole mie, voi potete bene aver compreso ciò che qui bisogna di fare, così com’io che vi consiglio: e però se migliore via ci conoscete, sia per non detto quello che io ho consigliato, e seguiamo quella -. Tacquesi allora Dario, e Ascalion e Bellisano vi dissero molte parole, ma ultimamente a tutti e a Filocolo parve il migliore di seguire ciò che Dario avea consigliato: e fra loro deliberarono che Filocolo fosse colui che l’amistà di Sadoc dovesse pigliare, il quale si vantò di farlo bene e compiutamente.

Partito il lungo consiglio, chi si diede ad una cosa e chi ad un’altra di costoro. Filocolo solamente si diede a pensare sopra l’udite cose, e prima fra sé le commenda e disidera, poi gravissimi reputa i pericoli a’ quali si mette, incerto d’acquistare la cosa per la quale a quelli si dispone. Di questo pensiero salta in un altro, e di quell’altro in molti; egli si ricorda di tutti i pericoli ch’egli ha corsi, e imagina quelli che egli correre dee: e nella savia mente estima i corsi essere stati grandi, ma molto maggiori gli paiono quelli che a venire sono; e nel pensiero gli prende de’ preteriti paura non che de’ futuri. E pargli, quando bene le parole di Dario pensa, quasi al suo disio mai non dovere pervenire per alcuno pericolo al quale egli si metta, o, se ne dee pervenire ad effetto, pensa che tardi fia. Ma più tosto consente, se ad alcuna cosa fare si mette, morte o vergogna acquistarne