Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/147

persona del mondo, fuori che al Soldano, la doneria, per dovere ricevere un altro regno simile a quello che possiede. Per che io dubito che i nostri prieghi ne’ quali il nostro intendimento gli si scoprisse, nol movessero più tosto ad averci sospetti, e a donarci essilio etterno de’ suoi regni, che a farci grazia: e però questa via mi pare al presente da lasciare, con ciò sia cosa che ad essa possiamo ultimamente ricorrere. Il volere la torre assalire, e per forza trarne quella, per ogni cagione saria follia, però ch’ella è da sé forte, e appresso è ben guardata, e avanti che combattuta o presa fosse, tutto il suo regno ci poria essere corso, e, non che noi, ma innumerabile quantità di cavalieri pigliare e mettere in rotta potrebbono, e così con danno rimarremmo disperati e forse uccisi. Ma di queste altre mi pare il migliore con ingegno l’amicizia del castellano pigliare, però che al prendere quella non ci può aver pericolo, e forse, presa, potrà giovare, se saviamente con lui si procede. La quale in questo modo si potrà acquistare: egli è vecchio, superbissimo e avaro, e sopra tutte le cose del mondo si diletta di giucare a scacchi e vincere: però prendere con lui parole, e umilemente i suoi pareri concedergli, e appresso donandogli alcuna volta di belle gioie, e giucando con lui, gli porria l’uomo divenire amico: la quale amistà quando fosse presa, nuovo consiglio si converria avere a lui recare al nostro piacere. Questo modo mi piacerebbe, e questo mi pare da tenere, e per questo spero che ’l nostro intendimento verrà ad effetto, ma tuttavia vi ricordo che copertamente procediate a questo, però che se egli, o altri che a lui il ridicesse, s’avedesse