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altro potente pianeto, per la cui luce il terzo cielo si mostra bello, quanta è la tua forza negli umani cuori efficace! Quando saria mai per me stato pensato che sì nobile uomo una venduta schiava per amore dall’un canto della terra all’altro seguisse? Certo non mai: ma veduto l’ho! Tempera i fuochi tuoi nelle umane menti, acciò che per soverchio del tuo valore non si mettano alle strabocchevole cose! -. E poi che così ebbe detto, bassò la testa e così rispose: Amico, a me quanto me medesimo caro, nuove cose mi fai udire, cioè che io sia oste di tanto uomo quanto Filocolo ne di’ che è: la qual cosa molto m’è cara, e più sarebbe se lui secondo la sua nobile qualità onorato avessi; ma quello che per ignoranza è mancato, con debita operazione adempiremo. Ma molta più d’ammirazione mi porge la cagione della sua venuta, che altra cosa che tu mi potessi aver detta. Né mi fia omai impossibile a credere ciò che di Medea, di Dido, di Deianira, di Filis, di Leandro e d’altri molti ho già udito, veggendo quello che io ora di Filocolo veggio: ma però che amore è passione che sempre cresce quanti più argumenti a minuirla s’adoperano, sanza alcuna debita riprensione farne, che grande a questo si converria, procederò a risponderti a ciò che dimandato m’hai. Molto mi saria caro il potervi di Biancifiore migliori novelle dire che io non potrò; ma come colui che interamente di lei ciò che n’è sa, come ella sia e dove e come qui venisse vi conterò: poi quel consiglio e aiuto che per me a tal bisogna donare si potrà, com’io per me l’adoperassi, così il vi profero e donerò.

"Qui venne, già sono passati sei mesi, Antonio, ausonico