Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/132

non trovassi a cui pietà di me venisse se non a voi. Il pensiero che sì malinconico il mio aspetto vi rapresenta è che dagl’iddii, dal mondo e dagli uomini abandonato mi trovo in questo modo. Io povero giovane e pellegrino, statomi dato dal mio padre etterno essilio dalla sua casa, vo ricercando una giovane a noi per sottile ingegno levata, la quale s’io ritrovo, licito mi fia alla paternale casa tornare. Ma di ciò male mi pare essere nel cammino, però che da alcuno iddio dopo divoto sacrificio ebbi risponso di dovere qui di lei udire vere novelle; ma ciò truovo falso, però ch’io sono qui più giorni dimorato, né alcuno ci ha che novelle di lei mi sappia contare: per che trovandomi dagl’iddii ingannato, quasi come disperato vivo di ritrovarla -.

Riguardollo più fiso allora la donna, e domandollo come la giovane la quale egli cercava si chiamasse, e chi egli fosse, e come avesse nome, e donde veniva, e quanto tempo era che perduta avea quella che giva cercando. A cui Filocolo rispose: Biancifiore è il nome della giovane, e io, suo misero fratello, mi chiamo Filocolo, dalle terre che l’Adice riga partitomi: ben sette mesi o più l’ho cercata, e tanto ha che ella ne fu levata -. Pensossi Sisife fra se medesima: "Veramente questi cerca quella Biancifiore che qui fu co’ parenti miei menata dagli occidentali regni". Per che così gli cominciò a parlare: Giovane, delle ’mpromesse degl’iddii non si dee alcuno sconfortare già mai, però che infallibili sono. Adunque confortati e prendi ferma speranza di futuro bene, però che vere novelle di Biancifiore ti dirò, sì come quella con cui più giorni in questa casa