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parte vedere dell’inescrutabile monte Barbaro, e le ripe di Pozzuolo, e il tempio d’Apollino, e l’oratorio della Sibilla, cercando intorno intorno il lago d’Averno, e similmente i monti pieni di solfo vicini a questi luoghi: e in questa maniera andando più giorni, con minore malinconia trapassò che fatto non avria dimorando.

Ma ritornato in Partenope, e con malinconia aspettando tempo, avvenne che con grandissima malinconia un giorno in un suo giardino si racchiuse solo, e quivi con varii pensieri s’incominciò in se medesimo a dolere, e dolendosi, in nuove cose di pensiero in pensiero il portò la fantasia, portandogli davanti agli occhi, che il loro potere aveano nella mente raccolto, nuove e inusitate cose. E’ gli parea vedere davanti da sé il mare essere tranquillo e bello tanto quanto mai l’avesse veduto, e in quello una navicella di bella grandezza, sopra la quale vide sette donne di maravigliosa bellezza piene, in diversi abiti adornate, delle quali sette, le quattro alquanto verso la proda della bella nave vide spaziarsi: e già d’averle altra fiata vedute e loro contezza avuta si ricordava. Ma l’altre tre, che molto più belle gli pareano, dal mezzo del legno quasi infino di tutta la poppa d’esso gli parea che possedessero, né quelle per rimirarle in niuno modo conoscere potea; ma tra loro gli parea vedere un albero che infino al cielo si distendesse, né per alcun movimento che la nave avesse parea che si mutasse. E queste cose con ammirazione riguardando, si sentì chiamare, per che a lui parea prestamente sopra la navicella montare e essere intra le quattro donne raccolto. E porgendo gli occhi inver la proda