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il cavaliere menò il marito della donna nella camera, e la donna e gli altri similmente che con lui aveano mangiato, dove in braccio ad una balia trovarono il figliuolo della donna, bellissimo e grazioso, il quale il cavaliere pose in braccio al padre, dicendo: "Questi è tuo figliuolo"; e dandogli la destra mano della donna, disse: "Questa è tua mogliere, e madre di costui", narrando a lui e agli altri come quivi era pervenuta. Fecero costoro tutti dopo la maraviglia gran festa, e massimamente il marito con la sua donna e la donna con lui, rallegrandosi del loro figliuolo. E ringraziando il cavaliere, lieti tornarono alle loro case, faccendo per più giorni maravigliosa festa. Servò questo cavaliere la donna con quella tenerezza e pura fede che se sorella gli fosse stata. Per che si dubita qual fosse maggiore, o la lealtà del cavaliere o l’allegrezza del marito, che la donna e ’l figliuolo, i quali perduti riputava sì come morti, si trovò racquistati, priegovi che quello che di ciò giudicherete ne diciate -.

- Grandissima crediamo che fosse la letizia della racquistata donna e del figliuolo, e similemente la lealtà fu notabile e grande del cavaliere, ma però che naturale cosa è delle perdute cose, racquistandole, rallegrarsi, né potrebbe essere sanza perché altri volesse, e massimamente racquistando una molto amata cosa davanti, e uno figliuolo, di che non si poria tanta allegrezza fare quanta si converria, non riputiamo che sì gran cosa sia quanta una farne, a che l’uomo sia da propia virtù costretto a farla; e dell’essere leale questo adiviene, però che possibile è l’essere e ’l non essere leale. Diremo, adunque, che da cui l’essere leale in cosa