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nato nel mondo il nuovo sole, davanti si vide il cavaliere che l’amava e la madre di lui, a’ suoi servigii ciascuno di loro presto; e de’ suoi parenti, miratosi assai dintorno, niuno vide. Per che venuta in cogitabile ammirazione, quasi tutta stupefatta disse: "Dove sono io? Qual maraviglia è questa? Chi m’ha qui, dov’io mai più non fui, recata?". A cui il cavaliere rispose: "Donna, non ti maravigliare, confortati, ché quello che tu vedi, piacere degl’iddii è stato, e io ti dirò come". E cominciandosi dal principio, infino alla fine come avvenuto gli era le dichiarò, conchiudendo che per lui ella e ’l figliuolo erano vivi: per la qual cosa sempre a’ suoi piaceri erano tenuti. Questo sentendo la donna e conoscendo veramente che per altro modo alle mani del cavaliere non poria essere pervenuta, se non per quello che egli le narrava, prima gl’iddii con divote voci ringraziò e appresso il cavaliere, sempre a’ suoi servigii e piaceri offerendosi. Disse adunque il cavaliere: "Donna, poi che a’ miei voleri conoscete essere tenuta, io voglio che in guiderdone di ciò che io ho adoperato voi vi confortiate infino alla tornata mia dell’uficio al quale io fui eletto già è tanto tempo, che presso alla fine sono, e mi promettiate di mai né al vostro marito né ad altra persona sanza mia licenza palesarvi". A cui la donna rispose sé non potergli né questo né altro negare, e che veramente ella si conforterebbe, e con giuramento gli affermò di mai non si far conoscere sanza piacere di lui. Il cavaliere, veduta la donna riconfortata e fuori d’ogni pericolo, dimorato due giorni a’ servigi di lei, raccomandata alla madre lei e ’l figliuolo, si partì e tornò all’uficio della rettoria