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allora questi non poco pauroso, ma amore il facea ardito: e ricercando con più fidato sentimento, costei conobbe che morta non era; e di quel luogo la trasse con soave mutamento; e appresso involtala in un gran mantello, lasciando la sepoltura aperta, egli e ’l compagno a casa la madre del cavaliere tacitamente la ne portarono, scongiurando il cavaliere la madre per la potenza degl’iddii, che né questo né altro che ella vedesse a niuna persona manifestare dovesse. E quivi fatti accendere grandissimi fuochi, i freddi membri venne riconfortando, i quali però non debitamente tornavano alle perdute forze; per la qual cosa, egli, forse in ciò discreto, fece un solenne bagno apparecchiare, nel quale molte virtuose erbe fece mettere, e appresso lei vi mise, faccendola in quella maniera che si convenia servire teneramente e governare. Nel qual bagno poi che la donna fu per alquanto spazio dimorata, il sangue, dintorno al cuore congelato per lo ricevuto freddo, caldo per le fredde vene si cominciò a spandere, e gli spiriti tramortiti cominciarono a ritornare nelli loro luoghi: onde la donna risentendosi cominciò a chiamare la madre di lei, domandando dove ella fosse. A cui il cavaliere in luogo della madre rispose che in buon luogo dimorava e ch’ella si confortasse. E in questa maniera stando, come fu piacere degl’iddii, invocato l’aiuto di Lucina, la donna, faccendo un bellissimo figliuolo maschio, da tale affanno e pericolo si liberò, rimanendo chiara e fuori d’ogni alterazione, e lieta del nato figliuolo: a cui prestamente balie alla guardia di lei e del garzone trovate furono. Ritornata adunque la donna dopo il grave affanno alla vera conoscenza, essendo già