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altre novelle così gli disse: "Signor mio, siavi manifesto che quella donna la quale voi sopra tutte l’altre amavate nella nostra città, questa mattina, volendo partorire, per greve doglia non partorendo morì, e onorevolemente co’ suoi padri in mia presenza fu sepellita". Con greve doglia ascoltò il cavaliere la novella e con forte animo la sostenne, non mostrando nel viso per quella alcun mutamento; e così fra se medesimo disse: "Ahi, villana morte, maladetta sia la tua potenza! Tu m’hai privato di colei cui io più ch’altra cosa amava, e cui io più disiderava di servire, ben che verso di me la conoscessi crudele. Ma poi che così è avvenuto, quello che amore nella vita di lei non mi volle concedere, ora ch’ella è morta nol mi potrà negare: ché certo, s’io dovessi morire, la faccia, che io tanto viva amai, ora morta converrà ché io baci". Aspettò dunque il cavaliere la notte, e, preso uno de’ più fidi famigliari che avea, con lui per le oscure tenebre si mise a gire alla città, nella quale pervenuto, sopra la sepoltura dove sepellita era la donna se n’andò, e quella aperse, e confortando il compagno che ’l dovesse sanza alcuna paura attendere, entrò in quella e con pietoso pianto dolendosi cominciò a baciare la donna e a recarlasi in braccio. E dopo alquanto, non potendosi di baciare costei saziare, la cominciò a toccare e a mettere le mani nel gelato seno fra le fredde menne, e poi le segrete parti del corpo con quelle, divenuto ardito oltre al dovere, cominciò a cercare sotto i ricchi vestimenti: le quali andando tutte con timida mano tentando sopra lo stomaco la distese, e quivi con debole movimento sentì li deboli polsi muoversi alquanto. Divenne