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pulcelle amano, esse non sanno che si disiderare, e però con intero animo non seguono i vestigii dell’amante come le vedove, in cui già l’antico fuoco riprende forze, e falle disiderare quello che per lungo abuso aveano obliato, e è loro tardi di venire a tale effetto, piangendo il perduto tempo, e le solinghe e lunghe notti che hanno trapassate ne’ vedovi letti: però queste siano amate più tosto, secondo il nostro parere, da coloro in cui libertà il sommettersi dimora -.

Rispose allora Ferramonte: Reina, ciò che della maritata diceste, aveva io nell’animo diliberato che così dovesse essere, e più ora da voi udendolo ne sono certo; ma delle pulcelle e delle vedove tengo contraria oppinione, lasciando le maritate andare per le ragioni da voi poste: però che mi pare che più tosto le pulcelle che le vedove si dovriano seguire, con ciò sia cosa che l’amore della pulcella più che quello della vedova paia fermo. La vedova sanza dubbio ha già altra volta amato, e ha vedute e sentite molte cose d’amore, e i suoi dubbii, e quanta vergogna e onore seguiti di quello; e però, queste cose meglio che la pulcella conoscendo, o ama lentamente e dubitando, o, non amando fermo, disidera ora questo ora quello, e non sappiendo a quale per più diletto e onore di lei s’aggiunga, talora né l’uno né l’altro vuole, e così per la mente di lei la deliberazione vacilla, né vi può amorosa passione prendere fermezza. Ma queste cose alla pulcella sono ignote, e però, come a lei è avviso che ella molto piaccia a uno de’ molti giovani, così sanza più essaminazione quello per amante elegge, e a lui solo il suo amore dispone sanza saper mostrare alcuno