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il nostro emisperio sanza luce, Giulia si diliberò, partorendo una bellissima creatura, del noioso peso; e non dopo molto spazio, rimasa debile, passò a miglior vita, e ha lasciato fra noi il grazioso corpo sì pieno d’umiltà nell’aspetto, che alcuno che il guardi non può ritenere in sè l’amaro pianto; e questo è quello che voi udito avete -.

Quando la reina udì queste parole, sospirando disse: Oimè!, dunque ci ha la piacente Giulia abandonati? -; e comandò che ’l corpo di Giulia fosse nel suo cospetto recato; sopra ’l quale, poi che ella il vide, sparse amare lagrime e molte. E veramente il suo lieto animo non era il presente giorno tanto rallegratosi della natività dell’unico figliuolo, quanto la morta Giulia col suo pietoso aspetto l’attristò più. Ella comandò ch’ella fosse il vegnente giorno onorevolemente sepellita e presa nelle sue braccia la bella figliuola, lagrimando molte volte la baciò, dicendo: Poi che alla tua madre non è piaciuto d’esser più con noi, certo tu in luogo di lei e di cara figliuola ne rimarrai. Tu sarai al mio figliuolo cara compagna e parente del continuo -. Molte fiate nel futuro pianse queste parole la reina, le quali nescientemente profetico spirito l’avea fatta parlare.

Sparsesi per la reale corte e per tutta Marmorina la morte della graziosa Giulia, la quale con la sua piacevolezza aveva sì presi gli animi di coloro che sua notizia aveano, che niuno fu che per pietà non spandesse molte lagrime. E il re similemente piangendo mostrò che di lei molto gli dolesse. Ma poi che il seguente giorno, lavato il corpo e rivestito di reali