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tornare a voi. Nè crediate che niuna grande impromessa che mi facciate qui ritenere mi potesse, chè certo tutti i reami del mondo alla mia volontà sommessi mi sarebbero nulla sanza Biancifiore. Se forse la mia partita quanto dite vi grava, ciò, inanzi che voi la vendeste, dovavate pensare acciò che, vendendola, cagione non mi donaste di pellegrinare: però che conoscere potevate me tanto amarla che ove che voi la mandaste io la seguirei. Gli avvenimenti di dietro poco vagliono o niente -.

Vedendo il re Florio disposto pure ad andare, nè potendolo con parole rivolgere da tale intendimento, così gli disse: Caro figliuolo, assai mi duole il non poterti da questa andata levare, e però ella ti sarà conceduta, e con la mia grazia andrai; ma concedi a me e alla tua madre, co’ quali tu già è cotanto tempo non se’ stato, che alquanti giorni della tua dimoranza ci possiamo consolare e poi con l’aiuto degl’iddii prendi il cammino -. A cui Florio rispose a ciò non essere disposto, però che troppo gli parea aver perduto tempo, e però sanza indugio avea proposto di partirsi. A cui il re disse: Figliuolo, adunque oramai a te stia il partire; fermato ho nell’animo d’abandonarti a’ fati e di sostenere questo accidente e ogni altro che di te per inanzi m’avvenisse, con forte animo, però che quanto io per adietro a quelli ho voluto con diversi modi resistere, tanto mi sono trovato più adietro del mio intendimento, e vedute ho le cose pur di male in peggio seguire. Ma poi che disposto se’ all’andare, fa prendere tutti i tesori che della tua Biancifiore ricevemmo, e degli altri nostri assai, e quelli porta con teco, e in ogni parte ove la fortuna ti conduce fa che cortesemente