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a quel tempo che questo sarà, tra molte altre giovani, le quali a simil fine si tengono, la farò sì come donna di tutte onorare, e sotto diligente guardia servare, con tutti quelli diletti e beni che niuna giovane dee potere disiderare -. E questo detto, comandò che onorevolemente alla gran Torre dello Arabo insieme con Glorizia fosse menata Biancifiore, e quivi con l’altre giovani donzelle dimorasse faccendo festa. Di questo furono assai contenti i mercatanti, sì per lo loro avere, il quale aveano forse nel doppio multiplicato, e sì per la giovane a cui prosperevole stato vedeano promesso da signore che bene lo poteva attenere. E a lei rivolti, con pietose parole la confortarono, e da essa piangendo si partirono, e pensarono d’altro viaggio fare con la loro nave. E quella, posta con l’altre pulcelle molte nella gran torre, non sanza molto dolore, infino a quel tempo che agl’iddii piacque la ’mpromessa di Venere fornire, dimorò.

Già allo iniquo re di Spagna, partita Biancifiore, pareva avere il suo disio fornito; ma ancora pensando che necessità gli era la sua malvagità con falso colore coprire, imaginò di far credere che Biancifiore fosse morta, acciò che Florio, sentendo quella morta essere, dopo alcuna lagrima la dimenticasse. E preso questo consiglio, per molti maestri mandò segretamente, a’ quali sanza niuno indugio comandò che fosse fatta una bellissima sepoltura d’intagliati marmi, allato a quella di Giulia. La quale compiuta, preso un corpo morto d’una giovane quella notte sepellita, la mattina co’ vestimenti di Biancifiore e con molte lagrime la fece sepellire, dicendo che Biancifiore era: e questo con tanto ingegno fece, che niuno era