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campi, si muore? Io conosco il sopravegnente pericolo, e dicoti che se tosto rimedio a questa cosa non prendi, ella il ti torrà -. E questo detto, subitamente sparve. Rimase il re tutto stupefatto e pieno di pensieri quando, volendo consiglio domandare, vide la dea sparita, e così tra sè, voltando i suoi passi, disse: Veramente divina voce m’ha i miei danni annunziati -. E di grieve dolore oppresso, lasciata la caccia, si tornò in Marmorma.

Ritornato il re in Marmorina dentro al suo palagio, in una camera, soletto, con bassa fronte, si pose pensando a sedere ripetendo in sè l’udite parole dalla santa dea, e in sè rivolgendo che rimedio alle cose udite potesse pigliare. E in tali pensieri dimorando, la reina sopravenne; e vedendo il re turbato, si maravigliò, e timidamente così gli disse: O caro signore, se licito è ch’io possa sapere la cagione della vostra turbazione io vi priego che ella non mi si celi -. A cui il re rispose: Ella non ti si può nè dee celare, e però io la ti dirò: oggi nel più forte cacciare che io facea, correndo dietro a un cervio, non so che si fosse, o dea o altra creatura, ma in abito d’una cacciatrice, m’apparve una bella donna, la quale, dopo alquante parole, mi disse che se con subito provedimento noi non soccorressimo, che Florio per Biancifiore perderemmo: e questo detto, sparve subitamente, nè più la potei vedere. Onde io da quella ora in qua con grieve doglia sono dimorato e dimoro. Io conosco manifestamente che la fortuna, dei nostri beni invidiosa, si oppone a quelli, e vuolcene in miserabile modo privare. Io non so che consiglio pigliare. Io mi consumo pensando che per una serva io debba perdere il caro figliuolo acquistato